"Credo nell'amore e nella mutevolezza della fortuna. E credo nella scrittura, perchè la scrittura ha potere sul destino e sul tempo." (Federico Garcia Lorca)
martedì 10 novembre 2009
riformare o riformare? questo è il dilemma
lunedì 2 novembre 2009
Approssimazioni...
giovedì 29 ottobre 2009
Differenziamoci...
martedì 20 ottobre 2009
Parlare e stra-parlare...
sabato 17 ottobre 2009
...per riflettere...
Un professore stava davanti alla sua classe di filosofia e aveva davanti alcuni oggetti. Quando la classe incominciò a zittirsi, prese un grande barattolo di maionese vuoto e lo iniziò a riempire di palline da golf.
‘Ora’, disse il professore non appena la risata si fu placata, ‘voglio che consideriate questo barattolo come la vostra Vita.
Prestate attenzione alle cose che sono indispensabili per la vostra felicità: giocate con i vostri bambini, godetevi la famiglia ed i genitori fin che ci sono; portate il vostro compagno/a fuori a cena…E non solo nelle occasioni importanti! Dedicatevi a ciò che amate e alle passioni, tanto ci sarà sempre tempo per pulire la casa o fissare gli appuntamenti.Prendetevi cura per prima cosa delle palle da golf, le cose che contano davvero. Fissate le priorità…
Il resto è solo Sabbia.'
Uno degli studenti alzò la mano e chiese cosa rappresentasse il vino. Il professore sorrise: ‘Sono felice che tu l’abbia chiesto. Serve solo per mostrarvi che non importa quanto piena possa sembrare la vostra vita: ci sarà sempre spazio per un paio di bicchieri di vino con un amico!'
mercoledì 17 giugno 2009
Rientro a casa...
Una settimana in Sardegna, sono stata una settimana in Sardegna …solo a dirlo mi emoziono, ma nel dettaglio, come è andata? Bhè ora ve lo dico!
Partiamo dal dettaglio più trascurabile: l’aspetto fisico!
Tutto l’anno mentre lavori riesci ad essere splendente ( va bene, quasi splendente, ok, dico la verità: decente) ma quando arrivi finalmente in un posto bellissimo in vacanza diventi proprio ‘na schifezza. È una legge scientifica, ve lo assicuro.Innanzitutto, la faccia mi è esplosa come i 15 enni più sfortunati, peccato che di anni ne ho 36. Tutte chiazze e grossi brufoli, vai a capire perché. Poi per la legge delle accoppiate vincenti, le disgrazie non viaggiano mai sole, quindi zanzare, che dico zanzare, mostri alati preistorici hanno preso di mira il mio corpo rendendolo una carta geografica in 3D sulle tonalità del rosso. Non contenti di ciò è arrivata sulle braccia un’esplosione vera e propria ( e sono due…), un rash cutaneo dovuto a non si sa cosa, sarò stata allergica a Gino il bagnino di cui vi parlerò dopo. Per completare il quadro i continui piani di evacuazione ( capite ammè…bagno nuovo, cibo diverso ed etc…) venivano sventati da altrettanti piani di stazionamento, che rendevano il mio pancino non proprio piatto…diciamo.Allegherei una foto se non fosse successa una disgrazia a tutte le macchine che tentavano l’impresa. Ho detto trascurabile all’aspetto fisico? Ho mentito spudoratamente, non lo era affatto, soprattutto se consideriamo che nel villaggio dove siamo stati le mamme, erano tutte mamme yummie, come si dice ora, tacchi a spillo e vita bassa solitamente, qui sfoderavano succinti costumini e improbabili abitini parecchio aggressivi (senza parlare di alcune “protesi” notate qua e là dall’aspetto così invitante che le avrei ordinate subito se fosse stato possibile).Chi si preoccupa delle ventenni d’assalto non ha mai visto le quarantenni in versione “da guerra” con mariti distratti o assenti, che le incattiviscono rendendole più intraprendenti.Vi posso assicurare che i poveri animatori avevano il loro bel da fare a sfuggire alle loro grinfie.Comunque io ero lì per studiare, non ve lo avevo detto??Ebbene sì, la mia era una scuola per dottorandi del, e dico del, terzo livello ( meno male che non era del quarto altrimenti i capelli a cresta e la coda avrebbero completato un quadro già di per sé imbarazzante).La scuola trattava la termodinamica degli stati polimerici vetrosi o delle interfacce diffuse (non sto scrivendo in ostrogoto era proprio così di una pesantezza unica) e dell’energia in termini di energia rinnovabile e fuel cell (che per uno strano motivo sono le uniche cellule non viventi ma a combustibile ). Certo era che lo studio di queste cose non proprio leggere non ha impedito ad alcune ragazze di sfoggiare pantaloncini e top degni delle migliori veline, e senza nemmeno uno stacchetto danzato (in fondo aveva studiato, non le si chiedeva di saper anche sgambettare) si è aggiudicata il titolo di Miss GRICU 2009. Trasformare una scuola per dottorandi in un concorso per miss...se sono capitata per sbaglio in un universo parallelo che non mi appartiene, potreste gentilmente riportarmi al mio. Mi avessero detto cosa c’era realmente in palio non mi sarei neanche iscritta al GRICU rassegnata come per gli altri concorsi da Miss.Altro discorso a parte merita Mister GRICU 2009 che meritava veramente sia il titolo che la nostra attenzione (sempre con moderazione, ndr). Ma secondo il mio modesto parere una citazione la merita la mascotte della scuola (eletta da me a pieni voti) cioè Gino il bagnino. Gino il bagnino in realtà si chiama Enrico (cognome non pervenuto) viene da una delle università del nord (Padova? forse)e si è guadagnato il titolo di Gino il bagnino perché ha sfoderato anche lui un abbigliamento piuttosto “estivo” durante le ore di lezioni con un abbronzatura degna di baywatch (non a caso ha detto di voler completare gli studi di dottorato a Santa Barbara, in California, dove sicuramente sono all’avanguardia per gli studi in ingegneria chimica, e se voi non lo sapete è inutile che ridiate). Ah elemento non del tutto trascurabile aveva un’altezza inferiore al metro e 65 (come sono buona) e due occhioni azzurri che non si sa per quale strano motivo li teneva sbarrati modello film di Dario Argento, a questo unite i riccioli ed avrete Teddy l’orsetto che fa il bagnino, mascotte della scuola, appunto ribattezzato per l’occasione Gino. Condite tutto con un po’ di vento, un po’ di sana burrasca in famiglia (ora so perché chiamano mariti e figli complicazioni e perché il mio capo non se li porta mai, sono solo rogne), aggiungete due gocce di una collega lamentosa a cui non è andato bene niente et voilà ecco servita la mia settimana in Sardegna all’Eden Villane villaggio Colostrai …non vi è piaciuta?
A me in fondo in fondo sì! Si riparte??
lunedì 18 maggio 2009
Carta straccia...
mercoledì 6 maggio 2009
...mi serve il sostegno...per sollevare il mondo
mercoledì 29 aprile 2009
Tesista??
martedì 28 aprile 2009
Come è dura...l'avventura!!
domenica 5 aprile 2009
L'amore e la sabbia...
martedì 31 marzo 2009
La matematica è un opinione!
Ci sono cose che non puoi cambiare...per tutto il resto c'è master card!!
Le mancanze
lunedì 23 marzo 2009
Se...
e te ne fanno una colpa;
se riesci ad aver fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano,
ma concedi attenuanti al loro dubitare;
se riesci ad aspettare e a non stancarti nell’attesa,
o quando gli altri mentono tu non ti abbandoni alla menzogna,
o quando ti odiano non ti abbandoni all’odio,
e tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggiamente;
se riesci a sognare senza che i sogni diventino il tuo padrone;
se riesci a pensare e a non fare dei tuoi pensieri il tuo scopo,
se riesci ad affrontare il Trionfo e la Sconfitta
e a trattare questi due impostori allo stesso modo;
se riesci a sopportare di sentire la verità che hai detto
distorta da bricconi per abbindolare gli sciocchi,
o a vedere le cose a cui tu hai dedicato la vita, rotte,
e a chinarti e ricostruirle con arnesi logori;
se riesci a fare un solo fascio di tutte le tue vincite
e rischiarle in blocco a testa e croce,
e perdere, e ricominciare tutto da capo,
e non dire una parola sulla perdita;
se riesci a costringere cuore, nervi e tendini
a servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
e a non mollare quando non resta altro in te
che la Volontà che dice “Non mollate!”
Se riesci a parlare alla folla e a mantere la tua integrità,
a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
se né i nemici né gli amici più cari possono ferirti,
se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
se riesci a riempire un implacabile minuto
con sessanta secondi degni di essere vissuti,
tua è la Terra e tutto quello che è in essa,
e, quel che più conta, tu sei un Uomo, figlio mio."
Almeno questo era quello che diceva Kipling...ma se non ci riesci, come me in questo momento,...io ti consiglio semplicemente di pregare.
sabato 21 marzo 2009
Della sparizione dei chili...
sabato 14 marzo 2009
Con l'arrivo della primavera....
mercoledì 11 marzo 2009
strana la vita...
venerdì 6 marzo 2009
Giornate decisamente no!
mercoledì 4 marzo 2009
Volo pindarico......
“Sì, ma dove siete?! Non riesco a vedere niente.”
Una forte luce, densa, mi impediva di vedere…eppure non avevo alcuna paura, ero tranquilla, rilassata, in balia forse di un sogno realizzato. Ad un tratto il pavimento della terrazza scomparve, la mia casa, i giardini, le altre case non c’erano più. Non provavo alcuna sensazione, mi sentivo leggera e riuscivo ad ascoltare il battito del mio cuore leggermente emozionato, nel silenzio profondo della notte.
“Dove mi trovo?” chiesi, per lo più a me stessa, per spezzare quel silenzio che stava per diventare tetro. La risposta mi sorprese profondamente.
“Fuori dal tempo e dallo spazio, nell’eterno dove tutto è.”
“Eterno…non ho mai pensato a cosa fosse l’eterno, forse non ho nemmeno creduto veramente in un eterno.”
“Sì, anche per gli altri è stato così.”
“Altri?! Volete dire che altri uomini hanno avuto la mia stessa fortuna di conoscere l’eterno.”
“Sì, è così.”
“E perché nessuno ne ha mai parlato?”
“Te ne accorgerai.”
“Ma voi chi siete? Da dove venite?”
“Non ha nessuna importanza chi siamo e da dove veniamo l’importante è che tu stai viaggiando nel tempo. Hai a tua disposizione tutto il passato. Scegli un personaggio, un’epoca che ti piacerebbe conoscere.”
“Chiunque?”
“Sì, chiunque.”
“Incontrando le persone giuste forse potrei scongiurare disastri, magari addirittura evitare guerre e risolvere i più grandi misteri della storia.”
“Non puoi correggere la storia, puoi solo conoscerla, viverla.”
“Certo, avrei dovuto saperlo. Scusatemi, mi dispiace di essermi fatta prendere dall’entusiasmo.”
“ Non ti devi scusare, purtroppo è proprio dell’uomo, cercare di correggere i suoi errori una volta commessi, ma non fare nulla prima di evitarli.”
“Non è molto consolante ma come si dice : Mal comune mezzo gaudio. Ho la possibilità quindi di poter conoscere uomini illustri dei secoli precedenti?”
“Sì. Vuoi conoscere qualcuno in particolare?”
“Credo di non avere dubbi: rotta sul 1656, capitano, voglio conoscere Mounsieur Blaise Pascal.”
“Ottima idea.”
Fu l’ultima cosa che disse la voce amica e poi…il buio.Quando riapparve la luce eravamo davanti casa di Blaise Pascal. Era il 24 gennaio del 1656, la voce mi disse che avevo soltanto 4 ore di tempo dopo le quali avrei dovuto farmi trovare lì o mi avrebbero lasciato per sempre nel 1656.
Poi il silenzio, non che non ci fossi abituata.
Con il cuore in gola, presi il coraggio a due mani e mi avvicinai al portone di casa Pascal ma prima guardai istintivamente l’orologio. Sia per regolarmi sul tempo a mia disposizione, sia per vedere se era un orario adatto ad una visita. Ma il mio orologio non dava segni di vita, le lancette giravano all’impazzata: il viaggio doveva avere avuto un brutto effetto su i suoi ingranaggi.
Allora fermai un passante decisissima a voler sapere che ora era. Ma questi alla mia gentile richiesta, spaventatissimo, si allontanò da me urlando:
“ Mon dieu, mon dieu, les invasione barbares.”
Io non conosco il francese ma non mi ci volle molto a capire che mi aveva preso per un’incivile.
Ormai era andata! Dovevo bussare, qualsiasi ora fosse. Bussai mi venne ad aprire un uomo sulla quarantina, in livrea capii subito che doveva trattarsi del maggiordomo. Sperando che non si facesse prendere dal panico anche lui, vedendomi, dissi nel mio migliore francese :” Je cherche mounsieur Blaise Pascal.”
Mi rispose : “Suivre moi.” Aggiungendo a queste parole una smorfia di disprezzo. Era abbastanza chiaro che nella Francia del seicento non era molto apprezzato il mio modo di vestire!
Mi portò in una grande stanza, arredata con buon gusto, luminosa con un grande caminetto acceso e sul caminetto un grosso orologio, doveva essere del ‘500 o giù di lì, comunque l’importante era che segnasse l’ora e segnava esattamente le 4 del pomeriggio. Stavo guardandomi un po’ in giro ammirando la stanza, quando fui interrotta da una voce maschile, abbastanza giovanile forse sulla trentina che mi disse:
“Bonsiour madamoiselle.”
“Buonasera.” Risposi ormai quasi rassegnata al fatto che non mi capisse ed invece con mia grande sorpresa.
“Lei è italiana?” chiese in una perfetta pronuncia italiana.
“Sì e non immagina quanto sia contenta che anche lei lo parli.”
“Purtroppo, io conosco l’italiano.”
“Purtroppo? Vecchi rancori o devo prenderla come un’offesa personale.”
“Mi dica lei non sarà per caso una giornalista?”
“In erba.”
“E quindi decisissima a sapere tutto di me.”
“Come mi si può biasimare se voglio conoscere tutto di un uomo del suo ingegno. E poi la curiosità è la molla del sapere.”
“Ma stia attenta signorina, la curiosità a volte si riduce a vanità. Il più delle volte si vuole sapere solo per parlarne. Non si viaggerebbe per mare per non dirne nulla e per il sole piacere di vedere, senza speranza di raccontare un giorno e così è per tutte le altre cose.”
“Non crede però che la vanità, la voglia di essere sempre migliori possa aiutare l’uomo ed il mondo a migliorarsi veramente?”
“Noi non ci accontentiamo della vita che abbiamo in noi e nel nostro proprio essere: vogliamo vivere nel pensiero degli altri di una vita immaginaria, e per questo ci sforziamo di apparire e non di essere. Noi lavoriamo senza posa per abbellire e conservare il nostro essere immaginario e trascuriamo quello reale. E se abbiamo o serenità, o generosità,o fedeltà, subito ci affrettiamo a farlo sapere, per aggiungere queste virtù anche al nostro essere immaginario, e pur di aggiungerlo a questo lo toglieremmo piuttosto al nostro essere reale; noi accetteremmo di buon grado di essere vigliacchi purché ce ne venisse fama di essere valorosi. Chiaro segno della nostra nullità, non essere mai soddisfatti del nostro essere reale senza quello immaginario, e scambiare anzi spesso l’uno con l’altro! Come vede l’uomo, purtroppo,non riesce a leggere nella vanità la possibilità di migliorare il suo essere ma soltanto il suo apparire.”
“Lei crede, quindi, che l’uomo sia troppo impegnato a specchiarsi nell’acqua di un ruscello, anche se assetato, per poter capire di poterla bere.”
“Esatto! Se l’uomo cominciasse dallo studiare se stesso piuttosto che la sua immagine forse si avrebbe qualche risultato. Purtroppo l’uomo non avendo potuto risolvere i suoi problemi con il solo schioccare delle dita, ha pensato bene, per rendersi felice,di non pensarci e non si cura di niente se non del suo divertissement.”
“Parla del divertissement per quanto sono riuscita a capire come una fuga da se stesso, una fuga dall’essere per divenire pura forma. Per limitarsi ad esistere.”
“Gli uomini, mia cara, rinunciano a risolvere il problema della vita e si accontentano di riempire la vita pratica di distrazioni e divertimenti. Ma in questo modo non escludono l’infelicità perché questo rallegrarsi nella distrazione viene dal di fuori, da cose estranee a noi, e perciò da questo dipende e può essere turbato dal mancare di queste cose o dal loro mutare che rende inevitabile il dispiacere. La sola cosa che li consoli delle loro miserie è il divertimento, e tuttavia proprio questo è la più grande di esse. Perché proprio questo impedisce loro di pensare a loro stessi, e li conduce insensibilmente a perdizione. Senza questo si annoierebbero, e la noia li spingerebbe a cercare un mezzo più solido per uscirne. Ma il divertimento li dilette, e li fa arrivare alla morte insensibilmente.”
“In pratica il divertimento fa correre gli uomini verso il precipizio, senza preoccupazioni, dopo aver messo loro davanti un ostacolo per impedirgli di vedere. E così?”
“Sì, è proprio così!Tutto questo perché niente è insopportabile all’uomo come l’essere in pieno riposo, senza passioni, senza da fare, senza divertimento. Egli sente allora e solo allora tutto il suo niente, il suo abbandono, la sua insufficienza, la sua dipendenza, la sua impotenza, il suo vuoto interiore. Immediatamente uscirà allora dal fondo della sua anima, la disperazione, il cruccio e soprattutto la noia, che è la rivelazione dell’insufficienza dell’uomo a se steso e della sua strutturale miseria. Il pregio fondamentale di tutte le occupazioni risiede proprio nel distrarre l’uomo dalla considerazione di sé e della sua condizione. Ecco spiegato il gioco, la guerra e tutto il resto.”
“Per lei, quindi, l’uomo non cerca i pericoli della guerra e la fatica degli impieghi, ma ricerca il trambusto che lo distoglie dal pensare a quella condizione o lo distrae. Per cui l’uomo non cerca mai le cose, non vive mai nel presente, ma in attesa del futuro.”
“Noi non ci atteniamo mai al presente. Noi anticipiamo l’avvenire come troppo lento a venire, come per affrettarne il corso; o richiamiamo il passato per fermarlo come troppo veloce:così imprudenti, che vaghiamo nei tempi che non sono nostri e non pensiamo al solo che ci appartiene; e così vani, che pensiamo a quello che non è più, e lasciamo senza rifletterci il solo che sussiste. È che il presente, l’ordinario, ci ferisce. Noi ce lo togliamo dagli occhi perché ci affligge. Esamini un attimo i suoi pensieri. Li troverà tutti occupati a pensare all’avvenire, che sia vicino, prossimo oppure remoto. Il presente non è mai il nostro fine, il passato ed il presente sono i nostri mezzi, solo l’avvenire è il nostro fine. Così noi non viviamo mai, ma speriamo di vivere, e sempre preparandoci ad essere felici, è inevitabile che non lo siamo mai.”
“Non riusciamo proprio a mettere in atto il carpe diem oraziano!”
“Lei…conosce Orazio?!”
“Non si faccia trarre in inganno dalle apparenze, spesso sono effimere.”
“Effimere…le apparenze?!”
“Sì, perché durano poco. Dopo che si conosce una persona ciò che prima era apparenza scompare per divenire essenza.”
“E lo sa perché siamo più propensi a lasciarci ingannare dalle cose effimere? Noi pensiamo perché sono tali cioè brevi : la brevità è uno stimolo a goderne. Ma in realtà noi ci lasciamo attrarre dalle cose effimere perché ne stendiamo infinitamente, nella fantasia, la durata. Se noi pensassimo di avere otto giorni soltanto di vita, penseremo ad utilizzarli più seriamente: e allora perché non utilizzare bene ogni giorno? Ogni giorno può essere l’ultimo. E poi,se vanno utilizzati bene otto giorni perché non tutti?”
“Se sta rivolgendo queste domande a me, è caduto male, sono la persona meno adatta a risponderle.”
“Perché?”
“ Bè, perché io in realtà la penso come lei, e cerco di fare quante cose posso in una giornata, per non lasciare niente di incompleto e di non fatto. Ma quando la sera rifletto sulla giornata mi accorgo di non essere ancora pronta alla morte, di avere bisogno di ancora qualche ora, e mi sento vuota ed inutile. Lei piuttosto se dovesse morire domani, avrebbe qualche rimpianto o penserebbe di aver speso bene i suoi 33 anni?”
“Lei ha messo il dito nella piaga. Purtroppo ho un rimpianto, un solo rimpianto, il matrimonio.”
“Il matrimonio? Non ci avrei mai pensato:lei che rimpiange di non essersi sposato. Era innamorato?”
“Sì, ero innamorato.”
“Lei era italiana,non è vero?”
“Ma allora lei sa già tutto di me.”
“No, si sbaglia. Ho solo tirato ad indovinare e mi ha aiutato il purtroppo di prima, quando mi ha detto che conosce l’italiano.”
“Acuta!”
“Forse, ma sicuramente attenta. Ma non cambi discorso:si diceva che era innamorato. Cos’è l’amore per lei e come lo definirebbe?”
“Non so cosa sia, né come definirlo so però quali ne siano le cause e le conseguenze. La causa come dice Corbeille è <
“Oh, sono già le sei! Come passa il tempo quando si è in buona compagnia.”
“C’è qualche problema?”
“No, assolutamente, è soltanto che le vorrei chiedere tante di quelle cose che probabilmente, anzi, sicuramente non ce la faccio per tutte. Tra due ore devo andare via.”
“Lo vede sta di nuovo pensando al futuro.”
“Touche.”
“Badi al presente, chieda, mia piccola amica, e non perda altro tempo prezioso.”
“Va bene, mi scusi. Lei è un matematico, ed avrà sicuramente ammirato la precisione del metodo geometrico, che ne pensa allora del suo collega, concittadino, contemporaneo, Renato Descartes?”
“Bè, Descartes ha fatto un solo errore, nella sua filosofia, non nella sua matematica, quello cioè di poter pensare di adattare la precisione del metodo geometrico ai fatti umani. Studiando l’anima umana sono rimasto colpito dall’impossibilità di esaurire la simultaneità dei problemi umani con la lentezza del ragionamento, che li isola uno per uno e giunge alla soluzione di uno solo quando ha dimenticato l’impressione viva di quello precedente: tali impressioni sentimentali si accumulano però nell’anima e quindi non è arbitrario fondarsi su di esse anche quando non resta in mente il ragionamento esplicito. Il sentimento di cui parlo non è infatti istinto, bensì la traccia sentimentale rimasta nell’anima in seguito ad una passata attività di pensiero, non più attualmente esplicita. Così quelli che sono abituati a giudicare col sentimento non capiscono nulla in fatto di ragionamento, ma vogliono subito penetrare con un solo sguardo, e non sono abituati a ricercare i principi. Gli altri, come Descartes, al contrario, che sono abituati a ragionare per principi, non capiscono nulla in fatto di sentimenti, cercandovi principi isolati e non potendo abbracciare tutto con un solo sguardo.”
“Ma che differenza c’è tra la mentalità intuitiva e quella geometrica?”
“Nell’una i principi sono evidenti, ma lontani dall’uso comune; talchè, se manca l’abitudine, si fa fatica a voltare lo sguardo da quella parte; ma per poco che lo si volti, allora si vedono i principi perfettamente; e bisognerebbe avere la mente totalmente falsata per ragionare male su principi così tangibili che è quasi impossibile che sfuggano alla vista. Nella mentalità intuitiva invece i principi sono nell’uso comune e davanti agli occhi di tutti. Non è il caso di voltare lo sguardo né di farsi violenza, basta avere buona vista; bisogna però averla buona i principi infatti sono così legati e in così gran numero, che è quasi impossibile che non ne sfugga qualcuno; ma l’omissione di un principio conduce all’errore; perciò bisogna avere la vista ben netta per vedere tutti i principi e poi la mente ben equilibrata per non ragionare storto sui principi conosciuti. Tutti i geometri sarebbero dunque intuitivi se avessero la vista buona, poiché essi ragionano abbastanza bene sui principi che conoscono; e gli intuitivi sarebbero geometri se potessero piegare il loro sguardo ai principi inconsueti della geometria. Chiaro?”
“Sì, certo! Ma mi dica l’uomo finito ed infimo di fronte all’universo, potendo solo conoscere mediante la sua finitezza , non può conoscere Dio che è infinito. Infatti non si può sapere, si dice, quid sit Deus, benché si arrivi a sapere quia est. Lei da religioso quale è come spiega l’esistenza di Dio?”
“Dio o c’è o non c’è, non rimane che scommettere tra le due eventualità ugualmente probabili. Se c’è, non curandocene, ci danniamo eternamente; se non c’è, anche facendo vita religiosa e rinunciando ad alcuni piaceri, non perdiamo granchè poiché brevi ed inconsistenti sono i piaceri del mondo, specialmente se siano paragonati all’eventualità di una vita eterna felice. Bisogna quindi scommettere per l’esistenza di Dio e l’immortalità dell’anima.”
“Ha parlato di anima, a questo proposito il razionalismo platonico identifica l’uomo come puro spirito, pura anima, incarcerata accidentalmente in un corpo che gli rimane estraneo, ma essenziale. Invece, secondo il materialismo l’uomo si riduce a semplice animale. Lei dove colloca il suo uomo?”
“L’uomo non è né angelo né bestia. È pericoloso però mostrargli quanto sia uguale alle bestie, senza mostrargli la sua vicinanza ad essere angelo, perché allora si avvilirebbe e perderebbe ogni impegno morale. Ed è anche pericoloso mostrargli la sua vicinanza ad essere angelo senza mostrargli quanto sia uguale alle bestie, perché insuperbirebbe e crederebbe inutile ogni impegno morale. È utile però mostrargli l’una e l’altra cosa. Ecco perché se si esalta io lo deprimo, se si deprime io lo esalto; e lo contraddico sempre finchè non comprenda che è un mostro incomprensibile.”
“Ma questo mostro incomprensibile, avrà pure qualche pregio.”
“Vede, l’uomo è una canna, la più debole per natura, ma è una canna che pensa. Per schiacciarla non c’è bisogno che si armi l’universo intero. Un vapore, una goccia d’acqua bastano per ucciderlo. Ma quand’anche l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe tuttavia più nobile di ciò che lo uccide, perché sa che muore; mentre l’universo che è più potente di lui non lo sa.”
“Grazie, mi ha fatto veramente piacere poter parlare con lei, ma purtroppo il tempo a mia disposizione è finito. Devo andare.”
“Anche a me ha fatto piacere poter scambiare quattro chiacchiere con una ragazza sveglia come lei…madamoiselle?..”
“Oh, il mio nome non ha importanza. Qualcuno dirà che la rosa anche se non si chiamasse rosa avrebbe lo stesso profumo e la stessa bellezza.”
“Anche questa volta ha ragione. Jacques? Accompagni la signorina alla porta. Allora arrivederci, mia piccola amica.”
“Addio.”
Lasciai casa Pascal con triste rammarico e feci appena in tenpo a raggiungere il luogo dell’appuntamento alle otto precise e poi…il buio ed il silenzio più assoluto…si ricominciava!
Questa fu l’ultima cosa che ricordo, poi mi svegliai nello studio, china sul libro di filosofia, stavo studiando Pascal. Era stato tutto un sogno, però che bel sogno!
lunedì 2 marzo 2009
Confessioni post weekend
Ricordi.....
martedì 24 febbraio 2009
Ho visto cose che voi umani non dovreste mai sapere.........
giovedì 19 febbraio 2009
Mariti:istruzioni per l'uso!
I coboldi....
martedì 17 febbraio 2009
Il lettore perfetto
Vuole l'aiutino da casa??
A questo proposito apro una breve parentesi, io, da brava precaria del mondo della ricerca, non lavoro...faccio cose, scrivo relazioni (miliardi di relazioni...), elaboro dati ( che sarebbe bene cestinare, ma la ricerca non ammette "caduti" che non siano giovani precari morti nell'esercizio del proprio lavoro...) e nel mio caso specifico faccio e stendo membrane (è un po' come fare il bucato, se non fosse per la scarsa utilità delle prime...)quindi in definitiva per gli altri, per loro, cioè per chi non fa il mio lavoro....praticamente cazzeggio!!!
Ora ieri, combinazione mi hanno rinnovato il contratto per un altro anno di "cazzeggio" e con il cuore colmo più che di gioia, di ansia, preoccupazioni e mille domande tipo: sarà solo un rimandare la morte che comunque arriverà presto? di che morte dovrò morire?ma non sono troppo vecchia per queste cose? e soprattutto chi ha inventato il sapone liquido e perchè?sono tornata a casa dalla mia piccola principessa, convinta di poter trovare nel suo sorriso un po' di pace.
Ed invece....tragedia, torno a casa e trovo i miei genitori che cominciano uno strano elenco:
-ti abbiamo pulito casa da tutti i coriandoli ( residui del compleanno della principessa del giorno prima)
-ti abbiamo stirato tutto
-ti abbiamo aggiustato anche il copripiumino che avevi messo storto (in realtà ero stata costretta a metterlo al contrario, perchè la notte precedente principessa aveva rigirato una scena di "riposseduta" vomitando su tutto, compreso piumino e copripiumino e dopo aver cambiato il copripiumino e lavato il piumino nella zona incriminata, era rimasto umido così prontamente mi ero inventata la cosa del metterlo storto per non farla sfiorare dalla parte umida....ma questi sono particolari....)
-insomma ti stiamo crescendo tua figlia e ti stiamo mandando avanti una casa.....
mi hanno detto in maniera nemmeno troppo velata!
Essere mamma è un mestiere difficile ancora di più se fai un lavoro di cui già sapete, ma poi la mia principessa si è accoccolata sul mio braccio e per un attimo ho dimenticato tutto nel suo abbraccio, così forte e delicato al tempo stesso e mi sono fermata a pensare : meno male che c'è l'aiutino da casa.......
lunedì 16 febbraio 2009
Facebook.....
Mi sono stancata che tutti sappiano quello che sto facendo, senza che glielo dica io.....
Mi sono stancata di sapere tutte le amicizie, le stupidaggini che scrivono gli altri senza che io glielo chieda...
Mi sono stancata di far parte di gruppi....
Mi sono stancata di non far parte dei gruppi......
Mi sono stancata di fare test che puntualmente si rivelano perdite di tempo, ma che io continuo a fare....
Mi sono stancata di leggere strani botta e risposta degni di "Claudiano e Katiana" .....
Mi sono stancata di chiedere amicizia....
Mi sono stancata che mi venga chiesta amicizia.....
Mi sono stancata di chiamare tutti "amici".....esistono gli amici veri, i conoscenti, i colleghi i parenti .....ci sono più categorie perchè ci sono diversi tipi di rapporti, usiamoli!
Il "capo"....
RIPETIAMO INSIEME:
Da grandi poteri derivano grandi responsabilità.......arrangiati!!!
venerdì 13 febbraio 2009
Le "sicure"
Non so se avete presente la tipa (solitamente è donna) è quella che mentre si parla del nulla….voi avete l’ardire di chiedere: per che squadra tifi?? (che poi anche voi, che domande fate? tipica domanda che preclude molte discussioni pseudo-filosofiche…) e lei di risposta: IO HO SEMPRE TIFATO PER L’INTER!!!
Sempre tifato …..riavvolgiamo il nastro, io cosa le avevo chiesto?
Nessuno ti ha mai chiesto come tu sia arrivata a tifare per questa o per quest’altra squadra e soprattutto quando questo sia avvenuto……(sicuramente in una notte buia e tempestosa avrai avuto l’illuminazione…..) perché deve rispondere sempre….
Sono domande che non precludono alcuna elucubrazione mentale….solo una parola come risposta: Inter, Milan, Juve….vattelapesca….e basta.
Perché complicarsi la vita? Ma lei no è posseduta da un’insana sicurezza…e risponde sempre e mai alternandoli come se fossero palline nelle mai di un giocoliere.
E succede anche con altre domande altrettanto banali, come che taglia porti?
IO SONO SEMPRE STATA UNA 42!!!
Sempre!! Di nuovo…..è così fuori luogo che per un attimo accenni ad un sorriso, pensando ad una citazione di un film divertente, di cui ora ti sfugge il nome,…ed invece lei non sorride affatto ha quell’aria spocchiosetta e banalmente stupita, come se non potessi osare mettere in dubbio quello che dici….mai!!!!
Sempre stata una 42….wow, io che nella mia vita ho cambiato più taglie che uomini(lo so non mi fa onore, ma è la verità!), mi sento una diversa…
Da quando ho avuto una figlia poi, a questa strana fiera dell’ovvia sicurezza si è aggiunta un’altra categoria: quella pro asilo a tutti i costi.
Tua figlia non va ancora all’asilo?? Ma i bambini “devono” andare all’asilo e da subito … …altrimenti poi hanno un sacco di problemi….
TUTTI, SUBITO E PER SEMPRE…AMEN
Un po’ dogmatico ma necessario, per far capire a quelle come me che tergiversano, che vorrebbero lasciare i loro figli/e a dormire, e non farli uscire con qualsiasi condizione climatica la mattina presto, che vorrebbero vivessero l’infanzia spensierati come viene….quelle che magari all’asilo non ci sono mai andate… e che non mi sembra abbiano poi tutti questi problemi…
E quasi dimenticavo….spesso la tipa in questione, figli non ne ha….
Ma quanti anni ha tua figlia?
Due!
Due…ma che aspetti??
Semplice…aspetto che tu te ne vada!!!
giovedì 12 febbraio 2009
Risposta veloce al marito....
lunedì 9 febbraio 2009
Mio marito tecnologico e burlone
Buongiorno, ho deciso di regalare a tutti gli utenti del blog di Carleinz una chicca sulla stupenda donna che io ho sposato. Qualcuno potrebbe obiettare dicendomi :"apriti un blog personale", ma siccome mi piace dare fastidio lo scrivo sul suo. Mia moglie, quando non è incazzata con il mondo, con il suo lavoro precario, con me o con se stessa, adora cucinare. Naturalmente accade raramente una volta al mese + o -. Amore non inarcare le sopracciglia, i 4 salti in padella,la pizza della buitoni, gli speedy pollo, il pane e prosciutto, il caciocavallo nel microonde che per altro è una mia invenzione (almeno in casa nostra), non valgono come pranzetti. Carleinz può cucinare di tutto, ma adora cambiare almeno un ingrediente della ricetta che trova ,anche perché è una citieffina che si rispetta. Riesce a creare diverse cose, ma quello che subisce maggiori trasformazioni è il pollo. Dategli un pezzo di pollo (coscia, ali, petto) e riesce a tirarvi fuori una miriade di varianti. Immagino che a questo punto voi vogliate sapere qual è la ricetta che le riesce meglio... pollo alle mandorle! (Ottimo, eccezionale, squisito, saporito al punto giusto). Ma io non riesco a capirla perché la variazione di questa ricetta consiste nell’eliminare le mandorle(che per altro io non preferisco), ma giuro che non comprendo perciò io davanti al popolo del web le chiedo:
Amore perché ti ostini a chiamarlo pollo alle mandorle, se non c’è nemmeno l’estratto delle mandorle?