sabato 23 luglio 2011

Sì, sono incinta e no, non è infettiva...

...o almeno non credo.
Sì, so già se è maschietto o femminuccia...e sì è un maschietto.
Sì, ho già scelto il nome... e no, non penso di cambiarlo.
Sì, la pancia ora si vede... e sì penso proprio che sia normale.
Sì, sono all'ottavo mese... e no, non credo che saranno due.
Sì, sono sicura che è maschio... e no, non credo che il mio dottore si sia sbagliato.
Sì, ho voluto saperlo il sesso... e no, non mi è cambiato molto.
Sì, ho una bella pancia... e no, forse non ho avvertito le Poste Italiane della mia attesa. Dovevo??
Sì, sono decisamente incinta... e no, non credo che si dovrà prender cura lei di me, ma grazie lo stesso.
Sì, credo ci voglia ancora un mese...e no, non penso di partorire stasera.
Sì, farò il bagno in mare... e no, non penso che ci sarà bisogno di niente.
Sì, sto scendendo al mare... e no, non credo che dovrei lasciare qualcosa.
Sì, ho caldo.... e no, non penso per questo motivo di andare a partorire a Saint Moritz.
Sì, ho già partorito.... e no, non ho optato per un cesareo.
Sì, ho una pancia grande.... e no, non penso che abbia dato ospitalità a qualche altro bimbo.
Sì, ho già il mio ginecologo di fiducia ... e no, non credo di cambiarlo.
Ebbene sì... porto in giro la mia pancia, e sì, ho provato la lasciarla a casa, ma lei continua a seguirmi...
La gravidanza è uno stato di grazia... se non fosse per la gente lo sarebbe sul serio!!!

martedì 19 luglio 2011

...del lavoro e di altre cose

Oggi riflettevo su alcune cose, ad ottobre dello scorso anno ho partecipato ad un concorso per un assegno che non ho vinto e per cui il mio capo mi ha detto che non avrei dovuto preoccuparmi perché in arrivo un assegno post doc regionale. L'assegno regionale poi è stato bandito, e dopo lettura titoli e colloquio è finalmente finito ora a luglio. Forse l'avrei vinto, forse no. In ogni caso l'assegno partirà indifferentemente da ottobre a dicembre secondo necessità, visto il mio stato l'avrei fatto partire a dicembre, quindi, in definitiva avrei dovuto lavorare gratis altri 11 mesi buoni buoni oltre i 7 già dati, e farmi la seconda gravidanza non pagata. E sapete qual è la cosa più terribile...l'avrei fatto! Stavo per farlo!
Poi non so cosa si sia risvegliato ma è stato come svegliarsi da un incubo durato 8 anni. Anni che nessuno mi restituirà, anni in cui magari ho fatto passare i miei bisogni e quelli della mia famiglia in secondo piano, per terminare dei dati, per far laureare qualche studente che non si ricorda nemmeno il tuo nome, per motivi insulsi, per una ricerca finta che non mira a nessun benessere universale, bensì alla soddisfazione personale di un capo e di qualche altra collega fortunata e sfacciata che spinge per le pubblicazioni a tutti i costi.
Sono davvero titoli di merito questi?? Una pubblicazione ottenuta intervenendo sui dati al punto giusto, come dice Primo Levi : "oh, la tentazione di falsare i dati, di dar loro un piccolo colpo di pollice!", può essere considerato merito?
O la capacità di annullare la propria personalità ed assumere quella del capo, diventando un vero e proprio suo clone, può essere considerato merito?
A quanto pare sì, ed io non ho nessuno di questi meriti, e non so cosa insegnare ai miei figli.
Cosa devo dire loro che è importante : la conoscenza? la falsità? l'ipocrisia? Come spiegherò loro cosa sia il merito. Non lo so.

martedì 5 luglio 2011

...hai famiglia? vuoi pure lavorare? PAZZA!!

Oggi vorrei affrontare l'argomento dualità carriera-famiglia.
Se hai una famiglia, non importa a nessuno quali sacrifici hai dovuto fare per creartela, il fatto che tu sia senza carriera è quasi una compensazione divina, e se invece disgraziatamente hai anche una carriera, stai molto attenta, perché ti tengono d'occhio e al primo piede in fallo ti sarà rinfacciato che sei un servitore di due padroni.
Ieri parlavo di come alcune persone sappiano, o sono aiutate nel farlo, scegliere delle strade che sul lavoro li favoriscano (nel dettaglio mi riferivo a chi ha accumulato nel corso degli anni punteggi nelle famose graduatorie ad esaurimento, avendo anche un altro lavoro nel frattempo) siccome io sono arrivata alla conclusione che sarei disposta a riti woodoo e altre pratiche di magia nera pur di ottenere un po' di punteggio e poter sperare di insegnare, la cosa mi interessa parecchio, e allora cerco di studiare a tavolino le loro mosse per vedere se posso imitandoli riuscire anche io nell'ardua impresa. E mi sento rispondere, lasciala perdere quella che sta divorziando. Che c'entra?? Sta divorziando a causa del lavoro?? non credo, almeno si può mantenere, dovesse succedere a me dovrei chiedere l'elemosina.
Perché si continua con questo dualismo carriera- famiglia, una cosa non esclude l'altra. Se qualcuna di voi lo pensa è per crearsi un alibi al fatto di non avere l'una o l'altra cosa. Ebbene sì, l'ho detto!! É così. Quando ho perso il lavoro, parecchie volte mi sono sentita ripetere: ma tu hai una famiglia, pensa a noi che non l'abbiamo.
Allo stesso modo in cui voi pensate a me che non ho lavoro, cioè per niente.
Il lavoro, purtroppo, a meno che non si decida di lavorare in proprio, e non è il mio caso, non dipende da noi, la famiglia sì. Quindi che ognuno si prenda le proprie responsabilità su famiglie che tardano ad arrivare, non esiste il fato avverso esiste la volontà di ognuno di non avere responsabilità, vincoli, di non dover affrontare sacrifici...questa è l'unica e vera verità.
Ho delle amiche, intelligenti, che sono perfettamente coscienti di questa situazione, sono loro le artefici del loro destino, non vogliono una famiglia, per il momento, e non sospirano insoddisfatte ad ogni matrimonio finto o vero che vedano sotto i loro occhi. Loro sì hanno effettuato delle scelte, ma non dicono che l'hanno fatto per la carriera, l'hanno fatto per loro stesse, perché non hanno voluto accettare compromessi, perché non si sono volute fermare alla prima bottega- marito che offriva loro pochino.
Queste donne hanno coraggio, lo stesso che ha chi ha invece scelto di avere una famiglia, ma chi si nasconde dietro "la carriera" per posticipare il proprio matrimonio o addirittura fidanzamento, è una donnetta codarda con tanta paura di affrontare la vita e il mondo, non degna neanche di avere una carriera.