martedì 30 novembre 2010

...giornata da dimenticare!

Oggi 30 novembre 2010 è veramente una di quelle giornate da dimenticare.
Non ne ho la certezza perché non capisco molto di astrologia, ma credo di avere tutti i pianeti contro e la Luna che gira, soprattutto la Luna che gira... può essere?? Dovrò chiedere spiegazioni a Fox, comunque per farla breve, mentre stamattina mi accingevo a fare la mia solita stradina di montagna, che il gusto ci guadagna, per andare a lavoro ( per correttezza io non lavoro, faccio beneficenza sotto forma di stage, non retribuito ovviamente...nda) e la mia macchinina degna di un furetto arrancava in salita, in fila per i soliti lavori dovuti allo smottamento in seguito all'alluvione, sento un boato, un botto che mi lascia senza fiato. Ho avuto la prontezza di riflessi di frenare per evitare l'effetto domino (prontezza?! a voi posso dirlo, eravamo in salita ed avevo ancora il piedino vicino al freno, è stato istinto...nda) e poi ho accostato.
Il signore che mi aveva tamponato prontamente è sceso, e io devo avergli fatto una pietà pazzesca, deve avere probabilmente pensato che il mio viso segnato dalla stanchezza e dalle delusioni degli ultimi tempi era conseguenza del suo tamponamento, perché mi ha chiesto scusa semplicemente, mi ha fatto accertare che non c'erano danni da nessuna delle due parti e poi mi ha richiesto scusa prima di partire, superandomi.
Beato lui! Perché io poi così segnata dalla cosa, sembravo il vecchio con il cappello al volante, mi tremavano le gambe e avrò impiegato 45 min a fare quello che di solito faccio in 20 min.
La voglia di ritornare a casa e rimettersi sotto le coperte cresceva.
Ma comunque sono arrivata al lavoro ( alla mia raccolta fondi...per gli altri) e mi sono messa a lavorare (deformazione mentale, lo faccio sul serio). Verso le dieci e mezzo, ho preso le mie tesi di dottorato e sono andata all'università per consegnarle.
Arrivo, trovo parcheggio praticamente nel paese vicino, scendo e mi avvio all'ufficio dottorato.
Sorpresa! L'ufficio è occupato, tutto il rettorato è occupato da studenti che hanno dormito lì con i loro sacchi a pelo e il loro abbigliamento grunge, i dipendenti non ci sono, ben contenti a quanto pare, di un giorno di vacanza regalato, e noi, poveri studenti anziani, lavoratori, "gli invisibili della ricerca" non possiamo consegnare le nostre sudatissime carte.
Anche lì credo di aver fatto pietà ai giovani che occupavano il rettorato, dopo avermi visto così, terribilmente sfatta, distrutta, senza parole, ma con il viso contratto dalla stanchezza infinita, si sono offerti di far rientrare il dipendente per darci la possibilità di consegnare. Che bravi, loro, peccato che i dipendenti non ne hanno voluto nemmeno sentire parlare di un loro rientro.
E dopo mille peripezie ( bisogna segnalare che come sempre anche tra i dottorandi c'era un TERRORISTA, non uno di Al-Quaeda al seguito di Osama, ma uno di quelli che fanno del terrorismo psicologico seminando il panico : se non consegniamo oggi perdiamo l'anno, maledetto terrorista...) siamo riusciti ad avere la certezza da un dirigente delle segreterie, che potevamo anche consegnare domani.
Dopo aver passato tutte queste cose, l'ultima ciliegina sulla torta della giornata da dimenticare è stato incontrare una mia ex tesista, vincitrice di un dottorato senza borse ( e senza nemmeno scarpe, ihihihi, scusate è una freddura, ma sono provata psicologicamente e fisicamente quindi giustificata...nda) mi comunica che il mio ex capo le ha detto che le troverà qualcosa...bene, molto bene. Tanto io faccio beneficenza! Perché qualcuno dovrebbe preoccuparsi di trovarmi un finanziamento per uno straccio di stipendio, perché qualcuno dovrebbe pensare a me, dopo otto anni passati a lavorare per loro, perché, visto che utilizzano solo membrane che ho ideato e preparato io dovrebbe aver bisogno di me. E poi "loro" anche quando hanno bisogno non chiedono mai, loro minacciano...
L'unica cosa positiva di questa giornata da dimenticare era la temperatura, oggi sembrava primavera, ci saranno stati una ventina di gradi...peccato fossi vestita da inverno pieno!!
L'avevo detto io...dovevo tornare sotto le coperte, e non uscire fino a domaniiiiiiiiiiiiiiiiiiii

giovedì 25 novembre 2010

Cosa è in fondo la vita, se uno non si illude d'essere nel giusto?

Per la prima volta nella mia vita ho letto un romanzo per lavoro.
Per lavoro, avete capito bene, forse ho finalmente trovato il lavoro giusto per me.
A chi negli anni mi ha chiesto cosa sappia veramente fare, ho sempre risposto solo due cose: leggere e scrivere.
Lo so le sanno fare tutti, sono le cose che ci insegnano fin dalla elementari, eppure io non credo che le sappiano fare tutti. O che tutti le facciano allo stesso modo. Io amo leggere, lo adoro, potrei stare giorni senza mangiare ma senza leggere proprio no. Leggo, divoro, di tutto, dai romanzi rosa ( il titolo del blog ne è un omaggio), sono una fan di Sophie Kinsella e di tutti i suoi I love shopping, ai thriller impegnati di Dan Brown, da L'interpretazione dei sogni di Freud ad Alice nel paese delle meraviglie di Carroll,passando per Pirandello e i saggi filosofici, insomma leggo veramente di tutto.
Quindi potete facilmente intuire il mio stato d'animo super eccitato nel dover leggere per lavoro dei libri... forse è proprio il lavoro che fa per me.
"Cosa è in fondo la vita, se uno non si illude d'essere nel giusto?" ( Lacrime di cristallo, Mario Pinzi, ed. CambiaMenti)



martedì 9 novembre 2010

insistere o lasciare , ecco il dilemma della vita moderna.

Buongiorno,
manco da questo blog da molto tempo, forse dallo stesso tempo in cui manco dalla mia vita.
Frase ad effetto, ma per esserci sinceri, un po' mi sento estranea davvero da quello che sto vivendo... forse perché penso che nel mio insistere e volere a tutti i costi un lavoro ( per i miei meriti) ci sia qualcosa di veramente diabolico e sicuramente avvilente. Pensare di poter cambiare qualcosa, è assurdo, pensare di cedere ai loro ricatti, entrare nelle loro organizzazioni clientelari è perfino più assurdo, quindi alla fine, non resta che ammettere che hanno vinto loro, che non c'è posto per chi non ha santi in paradiso, che il mondo è una scatola chiusa dove per accedere bisogna essere per davvero, o solo per finta, la nipote di qualcuno.
Ma è difficile, comunque, anche cedere, abbandonare, dire basta. La ricerca è un qualcosa a cui ci si abitua e da cui non si riesca più a fare a meno, come una droga entra nei nostri circuiti sensoriali, si impadronisce del nostro cervello, tutto viene analizzato e svolto come si fa ricerca. Ora sto facendo una specie di praticantato o stage presso un'agenzia editoriale, dove mi stanno insegnando a correggere (esattamente fare l'editing, nda) un testo, analisi strutturale, analisi stilistica, analisi tecnica, e anche in questo basta applicare rigorosamente il metodo scientifico.
Un testo, viene sottoposto a più riletture, la prima sgrassa, la seconda lima, la terza lucida. Lo faccio da due giorni appena, quindi non penso di avere ormai acquisito tutti i segreti del mestieri, anzi, però ho ricevuto più spinta psicologica in questi pochi giorni dal mio nuovo capo di quanto ne abbia ricevuto in quasi otto anni dal vecchio.
Qualcosa vorrà dire? No??