giovedì 17 novembre 2011

Felicitazioni...

Come tutti voi sapete, o forse no, ho lasciato finalmente il mondo insulso del precariato e ho finalmente un lavoro vero, retribuito e a tempo indeterminato: sono ...tada...rullo di tamburi...insegnante di chimica di ruolo alle scuole superiori. Sììì!
Sono riuscita cioè, seppure tra mille difficoltà, a fare delle mie due passioni: la chimica e le parole una professione vera. E non sapete quanto ne sono felice, e quanto mi ha reso felice poterlo comunicare al mio ex capo.
É andata più o meno così... ci siamo visti in occasione di una festa a cui sono stata regolarmente invitata ( non mi sono neanche dovuta imbucare...) nel mio ex laboratorio bunker.
Dopo i festeggiamenti e le congratulazioni alle festeggiate (era anche quello un festeggiamento per chi era salito all'Olimpo degli Indeterminati...ndr)mi sono fermata a parlare con lei, la fuher...
Dopo un solito scambio di convenevoli, i miei infarciti di ringraziamenti e di gentilezze ( non so perché ma provo un piacere quasi macabro a ringraziare i maleducati, mi fa sentire meglio o forse solo diversa da loro...chissà...) e i suoi ricchi di grugniti e smorfie di disgusto ( fanno parte del suo disappunto per la mia semplice esistenza...) lei, la doc in carriera con due figli che crescono da soli perché sanno che la mamma ha cose più importanti a cui pensare, mi chiede con strano tono mellifluo: ora, quindi, cosa sta facendo la mamma a tempo pieno?
 Che voleva dire più o meno: ora che non lavora più gratis per me non troverà altro per il resto della sua vita e farà la casalinga che le piaccia o meno, e la sua laurea la potrà usare come carta igienica, insieme al dottorato da lei tanto voluto.
Allora lì mi sono sentita quasi in dovere di risponderle che sì facevo la mamma a tempo pieno perché lo stato me la paga come maternità in quanto ho avuto un incarico a scuola.
Lei, un po' indispettita dalla cosa, ma pensando ad un incarico a tempo determinato rincalza...e poi si vedrà... versione fatal /stronz..istica del mio insulso futuro.
Ed io, sempre con toni super gentili ( mi facevo quasi schifo da sola tanto ero zuccherosa...): mi dispiace solo, che forse devo rimandare l'anno di prova perché con il bimbo piccolo le assenze le supererò sicuramente.
ANNO DI PROVA?...il tono della di lei voce si alza quasi a voler ribadire l'incredulità della cosa, la "signora" sa che se parlo di anno di prova parlo di ruolo...sparisce il sorrisetto imbecille (che non la imbelle per niente tra l'altro) e compare lo sguardo dell'assassino...ora sì che l'obiettivo è raggiunto. 
Posso andarmene, perché dire al tuo ex capo che non lavorerai mai più per lei perché hai trovato di meglio...non ha prezzo!!