venerdì 26 marzo 2010

ai confini della realtà...

Impegnata nel mio lavoro-non lavoro, ho dimenticato di raccontarvi un episodio che mi è successo qualche tempo fa.
Di ritorno dal lavoro, con i minuti contati, sono passata a fare un minimo di spesa. Tornando a casa dal supermercato, percorrevo una strada del mio paese molto frequentata e costellata di quelle rampe che obbligano a rallentare, non so bene come si chiamino, ma comunque sono quelle che ci ricordano che la vita è tutta un sali-scendi, anche sulle strade apparentemente in pianura.
Alternate a queste rampe ci sono delle strisce pedonali, io stavo già attraversandone una con le ruote anteriori della mia macchinina, quando da un bar esce un tipo, e si butta direttamente sulla strada. Ovviamente ha dovuto fermarsi lui, ha trovato lo sportello posteriore della mia macchina davanti a lui. A rigore di cronaca devo dire che tutto questo succedeva di fronte ad un vigile, che ha pensato bene come me che non avessi commesso nessuna infrazione al codice della strada, che mi sembra non dica di:" santificare le strisce pedonali, accertandosi che non ci sia qualcuno pronto ad attraversare la strada nelle prossime due ore".
Comunque questo tipo mi urla dietro che c'erano le strisce, io a gesti gli faccio capire, che era uscito dopo che io avessi già impegnato l'attraversamento, e basta. Pensavo fosse finita così.
Invece, arrivo sotto casa, sto per parcheggiare quando mi si affianca una macchina nera che abbassa il finestrino, pensando fosse qualcuno che avesse bisogno di un'informazione, abbasso anche io il mio.
Era il tipo delle strisce che mi aveva seguito fin sotto casa per dirmi che aveva preso il mio numero di targa ed intendeva denunciarmi, non so esattamente per cosa.
Dopo i primi secondi di incredulità, seguiti dalla voglia "indecente" di averlo investito e dalla certezza che facesse uso di sostanze quanto meno allucinogene, ho cercato, mantenendo la calma, di sapere se stava dicendo sul serio, interrogandomi nel frattempo sul fatto, se sono o no abbastanza famosa o famigerata per essere vittima di uno "scherzi a parte". Intuìto che non era uno scherzo( e ammesso con tristezza di non essere abbastanza famosa, soprattutto) e che stava dicendo sul serio, farneticando su un mio tentativo di investirlo (che ripeto, mentre parlava era un'idea che si faceva sempre più forte nella mia mente, ndr)...gli dico che secondo me era un povero pazzo, probabilmente frustrato e con problemi mentali non del tutto trascurabili e lui...mi dice : non si arrabbi.
Non si arrabbi?? In effetti con il senno di poi mi dico, ma perché arrabbiarsi avrei potuto offrirgli un caffè o invitarlo ad un cinema o una passeggiata...del resto, in fondo era solo un pazzo isterico che mi aveva seguito sotto casa perché non lo avevo aspettato per fargli attraversare la strada, con l'aiuto del mio terzo occhio, con cui vedo, stravedo e prevedo ogni cosa.
Non si arrabbi?? Ho sentito in telenovele o film stupidi frasi più intelligenti, vorrei tanto conoscere il suo neurone addetto ai testi, per investirlo stavolta, ma più volte, così sono sicura non si sveglia più, che poi è solo accanimento terapeutico volerlo tenere ancora in vita, si vede che sta male.
Non si arrabbi...la sensazione di essere parte di una candid camera cresceva, la voglia poi di averlo investito era altissima,con mia somma vergogna, e diventava più grande ad ogni sua inutile quanto irritante parola.
Per farla breve è andata a finire che per tutelarmi (io mi sono dovuta tutelare da un pedone impazzito) sono dovuta andare a fare una denuncia contro ignoti dai carabinieri.
Se i Maya intendevano per la fine del mondo la fine di ogni buon senso....non serve aspettare il 2012, ma benvenuti allo spettacolo finale di questo triste e pazzo mondo!!!

...periodo di transizione...

Si definisce periodo di transizione, nel mondo di oggi, quel periodo che intercorre tra la fine di un contratto lavorativo e l'inizio del nuovo...quella famosa terra di mezzo, o limbo, dove pensieri, opere e parole si affollano senza sapere bene dove andare, o meglio a cosa portare.
In realtà dovrebbe essere un po' come andare in ferie, forzate... non pagate, vabbè...effettivamente non sono ferie, però si dovrebbe avere il tempo di fare tante cose che non si riescono a fare quando si lavora, meglio quando si lavora sotto contratto retribuito, con obblighi di orari massacranti.
Perché vi voglio confidare un segreto, io ora che non sono pagata sto lavorando comunque quanto e come prima. In più ho aggiunto qualche lavoretto extra, giusto per avere il gusto di avere qualche euro in tasca, morale della favola?? sono doppiamente stanca, lavoro il triplo, vengo pagata a malapena un terzo e sono più stanca di prima, più nervosa, e decisamente meno felice.
Ma non contenta di ciò continuo a cercare altre cose da fare, vorrei fare un corso di inglese,vorrei scrivere per qualche rivista, vorrei riprendere i contatti con il mio io più profondo.... e siccome è diventato veramente troppo profondo magari fare un corso di immersioni subacquee per trovarlo, e non sto scherzando, vorrei davvero fare tutte queste cose, e magari anche dell'altro. Ma finisco sempre e soltanto per fare di tutto un po' senza che niente mi definisca veramente.
Sono un' insegnante, una ricercatrice (mi viene da ridere solo a scriverlo), una mamma ad ore, il tempo determinato ormai si misura in ore, minuti e secondi, con che risultato? che nessuno è contento, i miei alunni vorrebbero più ore, il mio capo vorrebbe tutta la mia vita e mia figlia vorrebbe un'altra mamma....forse sto sbagliando tutto, ma è come essere su una giostra che continua a girare e non si riesce a scendere. Basta, fermate il mondo: voglio scendere!!