lunedì 12 luglio 2010

...ferie

Oggi vorrei affrontare con voi il discorso ferie. Discorso che mi sta molto a cuore, come a tutte le precarie momentaneamente in stand by senza pagamento da qualche mese a cui viene chiesto di compilare il piano ferie. Piano ferie? Definizione carinissima...ma di cosa stiamo parlando?
Per sicurezza ho consultato il dizionario, per evitare incomprensioni del tipo : lei forse non sa...
Allora leggo e scrivo per vostra conoscenza: Feria- nell'antica Roma, ciascuno dei giorni dell'anno dedicati ad una divinità, ne quali era proibito compiere atti giudiziari e civili... al pl. periodo di vacanza, di riposo che spetta ai lavoratori.
Ecco siamo arrivati al punto, che spetta ai lavoratori, di certo non a chi come me fa beneficenza. Perché io non ho capito proprio bene bene che cosa io faccia. E non sapete l'imbarazzo quando me lo chiede mia figlia, ormai faccio finta di fare l'operaia e per non spiegare il concetto di cassa integrazione tra un po' passerò a dire che faccio soltanto la mamma.
Almeno anche agli occhi di una bambina di tre anni sembro più intelligente nel voler fare la mamma e non essere retribuita piuttosto che nel voler fare la scienziata senza retribuzione, meriti e gratificazioni.
Ma la parte più bella di tutto ciò è che ogni qualvolta rimango a casa qualche giorno, giusto per limitare le spese già ampie per un lavoro di beneficenza vengo contattata da colleghe normalmente retribuite e per di più molto gratificate dai loro capi per ricevere lamentele su quanto sono pochi i soldi o quanto sono stanche o quanto ancora qualsiasi cosa....ma la domanda nasce spontanea: come mai se io non vengo pagata, vengo bistrattata e ho un mal di denti direi indicibile per chiunque sono comunque da invidiare??

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