martedì 19 luglio 2011

...del lavoro e di altre cose

Oggi riflettevo su alcune cose, ad ottobre dello scorso anno ho partecipato ad un concorso per un assegno che non ho vinto e per cui il mio capo mi ha detto che non avrei dovuto preoccuparmi perché in arrivo un assegno post doc regionale. L'assegno regionale poi è stato bandito, e dopo lettura titoli e colloquio è finalmente finito ora a luglio. Forse l'avrei vinto, forse no. In ogni caso l'assegno partirà indifferentemente da ottobre a dicembre secondo necessità, visto il mio stato l'avrei fatto partire a dicembre, quindi, in definitiva avrei dovuto lavorare gratis altri 11 mesi buoni buoni oltre i 7 già dati, e farmi la seconda gravidanza non pagata. E sapete qual è la cosa più terribile...l'avrei fatto! Stavo per farlo!
Poi non so cosa si sia risvegliato ma è stato come svegliarsi da un incubo durato 8 anni. Anni che nessuno mi restituirà, anni in cui magari ho fatto passare i miei bisogni e quelli della mia famiglia in secondo piano, per terminare dei dati, per far laureare qualche studente che non si ricorda nemmeno il tuo nome, per motivi insulsi, per una ricerca finta che non mira a nessun benessere universale, bensì alla soddisfazione personale di un capo e di qualche altra collega fortunata e sfacciata che spinge per le pubblicazioni a tutti i costi.
Sono davvero titoli di merito questi?? Una pubblicazione ottenuta intervenendo sui dati al punto giusto, come dice Primo Levi : "oh, la tentazione di falsare i dati, di dar loro un piccolo colpo di pollice!", può essere considerato merito?
O la capacità di annullare la propria personalità ed assumere quella del capo, diventando un vero e proprio suo clone, può essere considerato merito?
A quanto pare sì, ed io non ho nessuno di questi meriti, e non so cosa insegnare ai miei figli.
Cosa devo dire loro che è importante : la conoscenza? la falsità? l'ipocrisia? Come spiegherò loro cosa sia il merito. Non lo so.

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